domenica 1 novembre 2009

ALDA MERINI NON E' PIU' QUI

...ma altrove.
Si è spenta nella sua adorata Milano, nell' ospedale oncologico dove l' avevano ridotta le sue infinite sigarette. Ci ha lasciato il ricordo delle sue persistenti unghie scarlatte , da anziana che non si arrende, e un' immensa produzione di poesie "dette" - più che scritte - perchè se c' e' qualcuno che le scrive è meglio, tanto l' importante è dirle.
L' ho amata tanto, coinvolta nella pratica abnorme di una folle biografia, graffiante per me più che il vetro sulla pelle. E la voglio ricordare con i versi che scelsi per introdurre uno dei miei racconti in "Scacchi nostri":

Sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida
sono il poeta che canta e non trova le parole
sono la paglia arida sopra cui batte il suono
sono la ninnananna che fa piangere i figli

Alda Merini, "La mia poesia è alacre come il fuoco"

2 commenti:

  1. Sono versi belli e forti come il racconto a cui li hai associati.

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  2. Mi associo a questo amore e a questo ricordo. C'è una poesia che non ha bisogno di versi; e la sua (grande non a causa della sofferenza bensì nonostante la sofferenza) era/è poesia che nasce "lì dove la morte non ha l'ultima parola".

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